I cittadini speciali di Milano, quelli che oltre a rispettare le regole sono abituati a dare il loro tempo e le loro competenze per il bene comune, sono tanti. E il loro numero cresce sempre di più. E’ un tesoro della città: volontari che operano nelle organizzazioni del terzo settore, alcune storiche altre nuovissime, e anche cittadini che scelgono di mettersi a disposizione per un bene comune (una piazza, il giardino dell’isolato, le scuole della città, i profughi in Stazione Centrale, i senza dimora nelle strade) in maniera innovativa e leggera. Sono – cittadini e organizzazioni – grandi alleati del Comune e delle istituzioni perché aiutano la Repubblica a realizzare quanto scritto nella nostra Costituzione all’art. 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Le rilevazioni Istat segnalano in Lombardia una percentuale di persone che partecipa alla vita associativa del territorio superiore alla media nazionale. Nel solo Comune di Milano nel 2015 erano presenti 387 organizzazioni iscritte al Registro Regionale del Volontariato, cui vanno a sommarsi quelle non iscritte per una stima totale di circa duemila. Oltre a tutto il mondo delle associazioni di promozione sociale, le Onlus, le fondazioni, le cooperative. Tutte offrono alla comunità un servizio importante in termini di coesione sociale, sviluppo, solidarietà, partecipazione e cittadinanza attiva che il Comune riconosce e promuove. Nella consapevolezza che una città ricca di persone e organizzazioni così è più coesa, più attraente, più bella. Il Comune ha perciò un dovere: fare in modo che cittadini e organizzazioni così crescano e possano sempre meglio svolgere le loro attività, proponendo loro una alleanza strategica. Per questo dal 2012 il Comune di Milano ha stilato due protocolli fondanti: uno con il Forum del Terzo Settore, luogo di rappresentanza delle organizzazioni, e un secondo con il Centro servizi volontariato (Ciessevi) , soggetto di servizio e promozione del volontariato previsto quale soggetto unico nel territorio e governato dalle medesime organizzazioni. Con il Forum e con Ciessevi il mio assessorato e quello alle Politiche sociali hanno moltiplicato il lavoro comune per realizzare un sistema di valorizzazione e sostegno dell’associazionismo e del volontariato milanese valorizzandone e consolidandone l’azione, sostenendone le competenze e le capacità progettuali, facilitando chiunque lo desideri ad aderirvi.
Ne sono nati progetti, azioni, risultati concreti. Le Case delle Associazioni e del Volontariato attive nelle zone della città: sono strutture nelle quali le associazioni trovano spazi e servizi logistici, servizi di consulenza, informazione, promozione e formazione dei volontari. Sono soprattutto luoghi nei quali le associazioni possono conoscersi, costruire reti e sinergie e sviluppare insieme progettualità (scheda). Lo Sportello per il Terzo Settore, aperto in via Marsala presso la Casa delle associazioni e del volontariato di zona 1, è rivolto invece alle associazioni come interfaccia di collegamento e facilitazione con la struttura comunale in relazione agli adempimenti e alle pratiche amministrative dipendenti dal Comune come iscrizioni ad albi comunali, richiesta patrocini, permessi per raccolte fondi e iniziative varie, richieste di sale e spazi, occupazione di suolo pubblico. Inoltre realizza il censimento unico dell’associazionismo milanese e mette a disposizione gratuitamente attrezzature comunali idonee alla realizzazione di eventi.
Tanti i progetti per la promozione. Per i giovani: in quasi 10 mila hanno risposto alla chiamata di “Light Up! Giovani volontari illuminano Milano” dal 2012 al 2015. Con loro 285 docenti e 154 associazioni coinvolte direttamente nella promozione del volontariato giovanile insieme a Comune, Ciessevi e la rete di scuole “Polo per il volontariato” istituita in collaborazione con l’Ufficio scolastico della città. Il fine è permettere ai ragazzi di fare esperienza di volontariato sviluppando competenze per la cittadinanza attiva, simbolicamente riconosciuta da un “Passaporto del Volontariato”. Per chi non ha mai provato: “Volontari per un giorno” è una campagna promossa da Comune, Ciessevi, Fondazione Sodalitas e Un-Guru che si avvale di un contributo di UBI Banca. Ideata e coordinata da Kpmg, si pone l’obiettivo di aumentare il numero di persone che dedicano parte del loro tempo ad attività di volontariato; sensibilizzare le imprese e gli enti locali ad attuare progetti di volontariato d’impresa; sostenere le organizzazioni del Terzo Settore nella loro attività di ricerca volontari. Avviata nel 2011, ha coinvolto finora oltre 11 mila cittadini e dipendenti-volontari di 50 imprese (tra cui il Comune di Milano) che hanno sostenuto 335 associazioni nella realizzazione di 830 progetti.
Per chi gira in città e conosce le lingue: “Volontari Energia per Milano” è un progetto che ha realizzato un volontariato diffuso, leggero, capillare, di cittadini al servizio delle persone. Lanciato per l’Expo 2015, si rifà ad alcune esperienze internazionali che valorizzano la conoscenza del territorio da parte dei volontari. Dopo un incontro formativo, hanno ricevutola spilla che li contraddistingue e che indossano quando sono disponibili a dare informazioni. Grazie ai social media (volontarienergiapermilano.it) costituiscono una community in continuo contatto. Il progetto ha coinvolto 672 persone, di cui 500 volontari attivi che parlano almeno 2 lingue (in 331 dichiarano 3 lingue, 151 dichiarano 4 lingue, 54 dichiarano 5 lingue, 14 dichiarano 6 lingue). Vengono parlate 32 lingue diverse. Tra loro molti milanesi acquisiti provenienti dall’Argentina, Brasile, Colombia, Equador, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Marocco, Stati Uniti, Slovenia, Perù, Turchia.
“Giustizia riparativa” è invece un progetto dai contorni speciali. La legge propone oggi alle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria un servizio di accompagnamento al volontariato in organizzazioni disponibili ad accoglierle e a realizzare con loro un percorso lavorativo di recupero. Con questo progetto, realizzato grazie a un accordo con il Tribunale di Milano, ci siamo fatti promotori di un sistema integrato dove chi deve scontare la pena (o un avvocato delegato) si raccorda con il nostro sportello per trovare associazioni preparate per accoglierlo, semplificando l’iter burocratico. Un’opportunità per le persone di cambiare e per le associazioni di svolgere un nuovo importante ruolo pubblico. E avere nuovi volontari: qualcuno per un po’ e altri oltre il periodo concordato, spesso per sempre. Inoltre il Comune, attraverso il Servizio di mediazione sociale, offre supporto psicotraumatologico alle vittime di reato mentre il Presidio criminologico territoriale sviluppa percorsi di mediazione penale diretti al coinvolgimento del reo e della parte lesa.
Esiste anche un volontariato che può essere svolto all’interno delle strutture comunali, come i volontari della Protezione Civile – oggetto di continui corsi di formazione e aggiornamento perché buona volontà non significa improvvisazione ma impegno e professionalità – o le guardie ecologiche volontarie (scheda). Persone, queste ultime, che si mettono a disposizione per almeno 14 ore mensili per vigilare sul territorio e sensibilizzare alle tematiche ambientali. Hanno realizzato percorsi botanici nei parchi cittadini, tenuto incontri di educazione ambientale nelle scuole, partecipato alle campagne periodiche di misurazione del livello della falda acquifera, collaborato con la Polizia Locale per il monitoraggio di specie infestanti e il rispetto del regolamento del verde. Gli uffici preposti del mio assessorato hanno organizzato anche quei cittadini che vogliono fare volontariato nei servizi comunali dei diversi settori come il sociale o la cultura. Un sistema sperimentato con orientamento, accompagnamento, assicurazione e formazione.
Infine vorrei segnalare che il Comune di Milano, secondo la legge 381/91, ha strutturato una modalità, attraverso le cooperative sociali di inserimento lavorativo, per affidare lavoro alle persone svantaggiate. Le cooperative si segnalano iscrivendosi a un Albo comunale cui i diversi settori del Comune accedono con avvisi pubblici. Il mio assessorato, e in particolare la Polizia Locale, ha moltiplicato per 10 le risorse per utilizzare questa opportunità: dai 100 mila euro del 2011 si è cresciuti a 400 mila euro nel 2015 e a 900 mila nel 2016, passando da 4 posti di lavoro a 40. Nuovo lavoro per le persone più in difficoltà e risorse che, nel mio assessorato, hanno consentito a un maggior numero di uomini e donne della Polizia Locale di lasciare gli uffici e lavorare nelle strade per contrastare l’illegalità e dare più sicurezza ai cittadini.